domenica 6 settembre 2015

Alla (ri)scoperta del cinema action #1: Trappola in alto mare

Spesso, mentre leggo le recensioni cinematografiche dei blogger amici, vengo posto in maniera spietata di fronte alla mia totale ignoranza rispetto ad alcuni generi cinematografici e non solo. Uno di questi è sicuramente l'action. L'ho sempre inteso come una tipologia di cinema a me distante, però mantenendo lo spirito con il quale ho aperto questo blog, ho deciso di mettermi alla prova con l'aiuto di un vero e proprio esperto in materia: James Ford, che ha gentilmente stilato una lista di film da visionare per colmare questa mia lacuna. La lista ovviamente rimarrà segreta ma anticipo che contiene alcuni titoli che ho già avuto modo di vedere in passato ma che necessitano di una rispolverata in quanto li ho quasi completamente rimossi dalla mia memoria. Altri invece sono titoli che considero appetibili, altri ancora probabilmente non li avrei visti neanche sotto tortura. E naturalmente per partire ho scelto proprio una delle pellicole afferenti a quest'ultima categoria.

Il protagonista è proprio lui, Steven Seagal, un mago delle espressioni facciali.


Il buon Steven è Casey Ryback, di professione cuoco ma non per scelta, in quanto tale destino gli è stato inflitto in seguito all'aggressione di un suo superiore. Nessuno conosce la sua vera identità di abile combattente e stratega, nonché ex componente dei Navy Seals, escluso il capitano della nave Uss Missouri sulla quale sono imbarcati. L'intero equipaggio si appresta proprio a festeggiare la cessata attività della corazzata, mezzo di grande importanza storica visto il suo coinvolgimento nei conflitti del Pacifico che videro protagonisti Stati Uniti e Giappone durante la seconda guerra mondiale.
Naturalmente, in quello che potremmo definire il primo principio del cinema action, non fila tutto liscio e un gruppo di musicisti rock, ingaggiati per i festeggiamenti, si riveleranno essere dei terroristi intenzionati a trafugare l'arsenale atomico presente sull'imbarcazione e sferrare un possente attacco nucleare sulle città costiere americane. Se il primo principio non depone a favore dell'originalità della pellicola, ci pensa il secondo principio del cinema action a venire in nostro soccorso: la presenza di un villain. Questo perché il buon Tommy Lee Jones, nella parte del cattivone William Strannix, è perfettamente credibile.
Come potrebbe essere altrimenti con un look del genere?


Inoltre secondo il terzo principio del cinema action, all'eroe serve un braccio destro, se il braccio destro è anche sexy meglio. Nel ruolo di Jordan Tate, miss luglio '89 sulla rivista playboy e autentica eroina per i poveri militari imbarcati per mesi in alto mare, abbiamo Erika Eleniak. Attrice probabilmente già apparsa nei turbolenti sogni di chi seguiva Baywatch negli anni '90. Eccola:


Nella pellicola inoltre, possiamo ammirarla mentre esce nuda da una torta, perché in teoria prima di diventare il braccio destro dell'eroe il suo ruolo era quello della spogliarellista.
QUI per chiarimenti, ma solo per maggiorenni.

La pellicola rispetta anche il quarto principio del cinema action: non mancano scazzottate, sparatorie, esplosioni e accoltellamenti con l'utilizzo di ogni arma di fortuna possibile.


Info di servizio sul film:
Regia: Andrew Davis
Sceneggiatura: J.F. Lawton
Titolo originale: Under Siege
Anno di uscita: 1992


Il mio status dopo la visione: proseguirò fiducioso in questa avventura, anche perché mi tocca ammetterlo, un po' mi sono divertito.

Un giudizio più razionale al film: C+, perfetto per una visione a neuroni spenti anche perché si capisce da subito come andrà a finire, o forse questo è il quinto principio del cinema action?




giovedì 4 giugno 2015

Politica dei cookie

I cookies sono piccoli file che si scaricano nel computer degli utenti quando si entra in determinate pagine web. I cookies permettono, tra l'altro, di immagazzinare e recuperare informazione sulle abitudini di navigazione degli utenti e, in base all'informazione che contengono, posso essere usati per riconoscere l'utente. 
Questo blog non ha cookies propri, ma utilizza cookies di terze parti, come, ad esempio, Google Analytics o social network come Facebook, Twitter, G+, Pinterest, che trovate sotto ogni post, per, eventualmente, condividerlo.

I cookies di Google Analytics sono analitici, permettono, cioè, di analizzare il comportamento degli utenti che entrano in questo blog, per elaborare le statistiche riguardanti il numero delle pagine consultate, la provenienza geografica, il tempo che l'utente trascorre nel blog, ecc.

Questo blog non ha alcun controllo sui cookies utilizzati da Google Analytics, per cui, per approfondire il tema si consiglia di consultare le politiche sui cookies e sulla privacy di Google; in inglese, c'è una pagina specifica, in cui Google spiega l'uso dei cookies per Analytics. Le pagine sulla politica dei cookies e sulla privacy di Google valgono anche per Google+ e per Youtube.

I tasti di Twitter, Facebook, GMail, Pinterest, Blogger, che trovate sotto ogni post, vi permettono di accedere all'account del social network in cui volete condividere il contenuto del post; sotto ogni post avete anche la possibilità di cliccare su Mi piace di Facebook. In tutti questi casi, ogni volta che accedete al vostro account, le reti sociali in cui state entrando, lasciano un cookie nel vostro computer.

Essendo dei rispettivi proprietari,il blog non ha alcun controllo sui cookies di Twitter (le politiche per la privacy di Twitter sono su twitter.com; quelle riguardanti l'uso dei cookies su support.twitter.com), di Facebook (le sue informazioni sull'uso dei cookies sono su facebook.com) e di Pinterest (la sua politica per la privacy è in inglese e potete leggerla su about.pinterest.com), per cui si consiglia di leggere le pagine indicate per conoscere meglio le varie politiche sulla privacy e sull'uso dei cookies.

Anche Blogger, la piattaforma gratuita che mi ospita e su cui non ho alcun controllo, utilizza cookies. Per conoscere la politica di cookies che pratica, rimandaa questo link di Google. E' molto probabile che dopo aver dato l'ok al banner, vi appaia anche il banner di Blogger.
Chi non vuole che i cookies siano installati nel proprio computer può disabilitarli dalle pagine del proprio browser, seguendo le istruzioni che vengono date ai seguenti link:
Disabilitazione dei cookie su Firefox 
Disabilitazione dei cookie su Chrome
Disabilitazione dei cookie su Internet Explorer
Disabilitazione dei cookie su Safari 
Disabilitazione dei cookie su Opera

giovedì 9 aprile 2015

The One I Love


Regia: Charlie McDowell
Sceneggiatura: Justin Lader
Cast:  Mark Duplass, Elisabeth Moss, Ted Danson
Origine: Stati Uniti
Genere: Dramma romantico ma non solo!
Anno: 2014
Distribuzione italiana: Nessuna, per il momento.
Probabile (imbarazzante) titolo per la distribuzione italiana: Il mio amore unico

Ho affrontato la visione di questo film al buio, senza conoscere particolari dettagli sulla trama, mi sono lasciato guidare dall'istinto e dalla presenza della sempre brava Elisabeth Moss. L'unica associazione che la mia mente è riuscita a fare, leggendo il titolo della pellicola, è stata quella con una delle canzoni più belle dei R.E.M: "The One I Love" per l'appunto.


Non lasciatevi ingannare dal titolo apparentemente romantico, la canzone non lo è, come potete capire leggendo il testo il/la protagonista della vicenda salta da una relazione all'altra senza porsi troppi problemi.
Anzi oggettifica abbastanza l'altro elemento della coppia, definendolo un semplice modo per occupare il proprio tempo. Mai ascoltare le canzoni di certi tormentati artisti in maniera superficiale.

"This one goes out to the one I love, this one goes out to the one I’ve left behind.
Another prop has occupied my time, this one goes out to the one I love"  

La coppia protagonista del film non adotta lo stile di vita descritto dalla band di Michael Stipe, anzi, decide di affidarsi a un terapista per superare la propria crisi matrimoniale. In cosa consiste questa terapia?
Molto semplice, i due dovranno recarsi in una villa fuori città, dove pare che altre coppie, dopo un breve soggiorno, abbiano ritrovato la felicità perduta.


E fin qui niente di nuovo, il rapporto di coppia è stato ampiamente descritto in film come Gone Girl, Blue Valentine e serie televisive come The Affair. In virtù di questa considerazione, cosa rende questa pellicola degna di attenzione e quindi meritevole di occupare parte del vostro tempo?
Il motivo non posso rivelarvelo perché probabilmente vi rovinerebbe la visione, vi posso anticipare che si tratta di un lavoro completamente differente rispetto alle altre opere che ho citato.
Per chi invece non ha timore degli spoiler svelerò il segreto del film, ma ripeto è meglio che non lo leggiate.

PERICOLO SPOILER:
(Non contiene comunque dettagli sullo sviluppo e conclusione della pellicola).

Nella villa è presente una casa per gli ospiti in cui vive una versione ideale dei due coniugi, dei veri e propri cloni plasmati dal terapista in base ai dettagli forniti dalla coppia originale durante le sedute.
Ci troviamo di fronte a una crisi matrimoniale, con corna annesse, curata con una terapia fantascientifica.
Per questo motivo, come genere, ci avviciniamo maggiormente a lungometraggi come Another Earth rispetto a quelli che ho citato in precedenza.

FINE PERICOLO SPOILER

Altre osservazioni:
- Il film offre un interessante mix di generi, in particolare segnalo anche la presenza di una venatura horror;
- I protagonisti sono solo tre: lui, lei e il terapista;
- Il regista è un esordiente e il suo stile risulta ancora piuttosto acerbo, in ogni caso si tratta di una discreta prova;
- Una fotografia più accattivante e un montaggio meno lineare, forse, avrebbero permesso alla pellicola di diventare un vero e proprio cult istantaneo;
- Sono curiosissimo di leggere qualche altra recensione per capire come diavolo farete a parlarne senza rovinare la visione a terzi. Probabilmente in tanti se ne fregheranno, mentre io mi faccio sempre troppi problemi e sono fin troppo buono;
- Durante la promozione sono stati rivelati pochissimi dettagli sulla trama, anche il trailer sembra seguire questa linea e non rivela i colpi di scena. Condivido la loro scelta e mi sono adattato.

Giudizio: B Quasi Cult



 


venerdì 6 marzo 2015

Le Samouraï


Scritto e diretto da: Jean-Pierre Melville
Soggetto: dal romanzo "The Ronin" di Goan McLeod
Cast: Alain Delon, François Périer, Nathalie Delon, Cathy Rosier, Jacques Leroy.
Origine: Francia/Italia
Genere: Noir
Anno: 1967
Imbarazzante titolo italiano: Frank Costello faccia d'angelo

La sequenza iniziale del film è memorabile: una stanza quasi vuota, un letto e pochi altri mobili, disteso c'è un uomo vestito che accende una sigaretta, la sua unica compagnia sembra essere quella di un canarino rinchiuso nella sua gabbia. Sui vetri la pioggia battente. Appare questa frase:

"Non esiste solitudine più profonda del samurai, 
se non quella della tigre nella giungla"


È bastato un fotogramma e una frase per descrivere la caratteristica peculiare del protagonista della pellicola, tale Jef Costello dagli occhi di ghiaccio, interpretato da un magistrale Alain Delon. Un solitario sicario che si muove per le strade di Parigi, parla poco e le sue azioni sono accompagnate da lunghi silenzi.
La sua missione è quella di uccidere il proprietario di un night.
Prima di assolvere al suo compito si costrisce un alibi, con l'aiuto della bella Jane, una specie di fidanzata ma non proprio, sicuramente una donna importante per il killer.
Durante l'esecuzione qualcosa va storto, viene visto dalla pianista Valérie e la polizia capitanata da un abile ispettore si mette sulle sue tracce. Cercano un uomo alto, vestito in maniera elegante, con un vistoso cappello, tutto sembra combaciare perfettamente, inoltre la polizia non crede all'alibi fornito da Jane.


Quando il caso sembra ormai risolto succede l'impensabile, Valérie finge di non riconoscerlo, così l'ispettore è costretto a rilasciare Jef che si reca immediatamente dai mandanti dell'omicidio per riscuotere quanto gli spetta. L'incontro non è dei più felici, l'uomo che attende Jef cerca di ucciderlo, ai mandanti non piace il fatto che la polizia l'abbia arrestato e interrogato, si sentono vulnerabili. Il nostro antieroe riesce comunque a fuggire, anche se è evidente che si trova braccato su due fronti, da una parte l'ispettore e la polizia, dall'altra le persone che gli hanno commissionato l'omicidio.

Tutto questo è un riassunto dei primi 40 minuti circa del film, resta ancora un'ora di visione.
Cosa succederà? Riuscirà Jef dagli occhi di ghiaccio a farla franca?
Scopritelo da soli, io non posso che consigliarvi la visione di questo Noir coi controfiocchi, anche solo per poter capire se il freddo e solitario protagonista ha anche un lato umano.


Giudizio: B+ Gelido





lunedì 23 febbraio 2015

Premio Oscar: i vincitori



Ho totalizzato 15/21 al gioco dei pronostici, nonostante questo sono felicissimo di aver commesso degli errori, soprattutto perché a trionfare nella maggior parte delle categorie in cui ho toppato è stato l'ottimo Birdman.
La serata di ieri, o meglio nottata, mi ha lasciato abbastanza soddisfatto, sono stati soltanto due i vincitori ad avermi fatto storcere il naso. Big Hero 6, premiato come miglior film d'animazione, a discapito dell'ottimo Dragon Trainer 2 e l'assegnazione dell'oscar alla miglior sceneggiatura adattata a The Imitation Game.
La vittoria di Graham Moore paradossalmente è stata uno dei momenti più significativi dell'intera serata.
Perché? Giuticatelo voi.
Magari ci fosse un discorso del genere ogni volta che a perdere è uno dei miei favoriti.



Best Picture - Miglior Film: Birdman

Best Director - Miglior Regista: Alejandro González Iñárritu, Birdman

Best Actor - Miglior Attore Protagonista: Eddie Redmayne, The Theory of Everything

Best Actress - Miglior Attrice Protagonista: Julianne Moore, Still Alice

Best Supporting Actor - Miglior Attore Non Protagonista: J.K. Simmons, Whiplash

Best Supporting Actress - Miglior Attrice Non Protagonista: Patricia Arquette, Boyhood

Best Adapted Screenplay - Sceneggiatura Non Originale: The Imitation Game, Graham Moore

Best Original Screenplay - Sceneggiatura Originale: Birdman, Iñárritu e soci

Best Foreign Film - Miglior Film Straniero: Ida
 
Best Documentary Feature - Miglior Documentario: Citizenfour

Best Animated Feature - Miglior Film d'Animazione: Big Hero 6

Film Editing - Miglior Montaggio: Whiplash

Best Song - Miglior Canzone: Glory di John Stephens e Lonnie Lynn, dal film Selma

Best Original Score - Miglior Colonna Sonora: Alexandre Desplat, The Grand Budapest Hotel

Best Cinematography - Miglior Fotografia: Birdman

Costume Design - Migliori Costumi: The Grand Budapest Hotel

Makeup and Hairstyling - Miglior Trucco: The Grand Budapest Hotel

Production Design - Migliore Scenografia: The Grand Budapest Hotel

Sound Editing - Montaggio Sonoro: American Sniper 

Sound Mixing - Miglior Mixaggio Sonoro: Whiplash

Visual Effects - Effetti Speciali: Interstellar

Short Film, Live Action - Miglior Cortometraggio: The Phone Call

Short Film, Animated - Miglior Cortometraggio d'Animazione: Feast

Documentary Short Subject - Miglior Corto Documentario: Crisis Hotline

domenica 22 febbraio 2015

Premio Oscar 2015: pronostici e preferenze


Stanotte mi aspetta una notte insonne, a quanto pare il canale del digitale terrestre "Cielo" trasmetterà in diretta la cerimonia di premiazione degli Academy Awards. Scongiurando la presenza di sedicenti esperti che mi spingano a trovare un link in streaming al 100% disturbato, spero possa rivelarsi una nottata piacevole.
Adesso è arrivato il momento di giocare, ecco i miei pronostici e i miei favoriti alla vittoria dell'ambita statuetta:

Best Picture - Miglior Film
"American Sniper"
"Birdman"
"Boyhood"
"The Grand Budapest Hotel"
"The Imitation Game"
"Selma"
"The Theory of Everything"
"Whiplash"

Vincerà: Boyhood
Meriterebbe la vittoria: Birdman o Whiplash
Non meritavano la candidatura: American Sniper, The Imitation Game
Avrebbero meritato la candidatura: Gone Girl, Nightcrawler



Best Director - Miglior Regista
Alejandro González Iñárritu, "Birdman"
Richard Linklater, "Boyhood"
Bennett Miller, "Foxcatcher"
Wes Anderson, "The Grand Budapest Hotel"
Morten Tydlum, "The Imitation Game"

Vincerà: Richard Linklater
Meriterebbe la vittoria: Alejandro González Iñárritu
Non meritava la candidatura: Morten Tydlum
Avrebbero meritato la candidatura: David Fincher, Damien Chazelle, Dan Gilroy



Best Actor - Miglior Attore Protagonista
Steve Carell, "Foxcatcher"
Bradley Cooper, "American Sniper"
Benedict Cumberbatch, "The Imitation Game"
Michael Keaton, "Birdman"
Eddie Redmayne, "The Theory of Everything"

Vincerà: Eddie Redmayne
Meriterebbe la vittoria: Michael Keaton
Non meritava la candidatura: Bradley Cooper
Avrebbero meritato la candidatura: Ralph Fiennes, Jake Gyllenhaall, Brendan Gleeson



Best Actress - Miglior Attrice Protagonista
Marion Cotillard, "Two Days, One Night"
Felicity Jones, "The Theory of Everything"
Julianne Moore, "Still Alice"
Rosamund Pike, "Gone Girl"
Reese Witherspoon, "Wild"

Vincerà: Julianne Moore
Meriterebbe la vittoria: Rosamund Pike o Marion Cotillard
Non meritava la canditatura: cinquina con 5 attrici valide, miracolo!
Avrebbero meritato la candidatura: Agata Trzebuchowska (un premio me lo meriterei anche io per essere riuscito a scrivere correttamente il nome), Agata Kulesza.



Best Supporting Actor - Miglior Attore Non Protagonista
Robert Duvall, "The Judge"
Ethan Hawke, "Boyhood"
Edward Norton, "Birdman"
Mark Ruffalo, "Foxcatcher"
J.K. Simmons, "Whiplash"

Vincerà: J.K. Simmons
Meriterebbero la vittoria: J.K. Simmons o Edward Norton
Non meritava la candidatura: seconda cinquina valida tra le selezioni, quindi nessuno.
Meritava la candidatura: Riz Ahmed



Best Supporting Actress - Miglior Attrice Non Protagonista
Patricia Arquette, "Boyhood"
Laura Dern, "Wild"
Keira Knightley, "The Imitation Game"
Emma Stone, "Birdman"
Meryl Streep, "Into the Woods"

Vincerà: Patricia Arquette
Meriterebbero la vittoria: Patricia Arquette o Emma Stone
Non meritava la candidatura: Keira Knightley
Meritavano la candidatura: Carrie Coon, Rene Russo



Best Adapted Screenplay - Sceneggiatura Non Originale
"American Sniper," Jason Hall
"The Imitation Game," Graham Moore
"Inherent Vice," Paul Thomas Anderson
"The Theory of Everything," Anthony McCarten
"Whiplash," Damien Chazelle

Vincerà: The Imitation Game
Meriterebbe la vittoria: Whiplash
Non meritavano la candidatura: American Sniper, The Imitation Game e The Theory of Everything
Meritava la candidatura e decisamente anche la vittoria: Gone Girl



Best Original Screenplay - Sceneggiatura Originale
"Birdman," Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Jr. & Armando Bo
"Boyhood," Richard Linklater
"Foxcatcher," E. Max Frye and Dan Futterman
"The Grand Budapest Hotel," Wes Anderson; Story by Wes Anderson & Hugo Guinness
"Nightcrawler," Dan Gilroy

Vincerà: The Grand Budapest Hotel
Meriterebbe la vittoria: Nightcrawler o Birdman
Non meritava la candidatura: nessuno, terza cinquina vadida della selezione.



Best Foreign Film - Miglior Film Straniero
"Ida" Polonia
"Leviathan" Russia
"Tangerines" Estonia/Georgia
"Timbuktu" Mauritania
"Wild Tales" Argentina

Vincerà: Ida
Meriterebbe la vittoria: Tangerines
Meritavano la candidatura:  Two Days, One Night, Il Capitale Umano
Non meritava la candidatura: Azzardo un "nessuno". Purtroppo ho visto solo due film tra quelli candidadi (Ida e Tangerines) e sono entrambi molto belli.



Best Documentary Feature - Miglior Documentario
"Citizenfour"
"Finding Vivian Maer"
"Last Days in Vietnam"
"Virunga"
"The Salt of the Earth"

Vincerà: Citizenfour
Meriterebbe/non meriterebbe la vittoria/candidatura: Non saprei, non ne ho visto nemmeno uno.



Best Animated Feature - Miglior Film d'Animazione
"Big Hero 6"
"The Boxtrolls"
"How to Train Your Dragon 2"
"Song of the Sea"
"The Tale of the Princess Kaguya"

Vincerà: How to Train Your Dragon 2
Meriterebbe la vittoria:  How to Train Your Dragon 2
Non meritava la candidatura: Nessuno.
Avrebbe meritato una candidatura: Ci poteva stare il sopravvalutato "The Lego Movie"



Film Editing - Miglior Montaggio
"American Sniper"
"Boyhood"
"The Grand Budapest Hotel"
"The Imitation Game"
"Whiplash"

Vincerà: Whiplash
Meriterebbe la vittoria: Whiplash
Non meritava la candidatura: The Imitation Game
Meritavano la candidatura e il primo anche la vittoria: Birdman e Gone Girl, vecchi bacucchi incompetenti dell'Academy! :)



Best Song - Miglior Canzone
-"Everything Is Awesome" da "The Lego Movie"; musica e parole di Shawn Patterson
-"Glory" from "Selma"; musica e parole di John Stephens e Lonnie Lynn
-"Grateful" from "Beyond the Lights"; musica e parole di Diane Warren
-"I’m Not Gonna Miss You" from "Glen Campbell…I’ll Be Me"; musica e parole di Glen Campbell e Julian Raymond
-"Lost Stars" from "Begin Again"; musica e parole di Gregg Alexander e Danielle Brisebois

Vincerà: Glory
Meriterebbe la vittoria: Glory
Non meritava la candidatura: Everything Is Awesome
Meritavano la candidatura: Lana Del Rey, Lorde



Best Original Score - Miglior Colonna Sonora
"The Grand Budapest Hotel," Alexandre Desplat
"The Imitation Game," Alexandre Desplat
"Interstellar," Hans Zimmer
"Mr. Turner," Gary Yershon
"The Theory of Everything," Jóhann Jóhannsson

Vincerà: Jóhann Jóhannsson
Meriterebbe la vittoria: Jóhann Jóhannsson
Meritava la candidatura: La colonna sonora di Gone Girl
Non meritava la candidatura: Nessuno.



Best Cinematography - Miglior Fotografia
"Birdman," Emmanuel Lubezki
"The Grand Budapest Hotel," Robert Yeoman
"Ida," Lukasz Zal and Ryszard Lenczewski
"Mr. Turner," Dick Pope
"Unbroken," Roger Deakins

Vincerà: Birdman
Meriterebbe la vittoria: Ida
Meritava la candidatura: The Theory of Everything
Non meritava la candidatura: Nessuno.



Costume Design - Migliori Costumi
"The Grand Budapest Hotel," Milena Canonero
"Inherent Vice," Mark Bridges
"Into the Woods," Colleen Atwood
"Maleficent," Anna B. Sheppard and Jane Clive
"Mr. Turner," Jacqueline Durran

Vincerà: The Grand Budapest Hotel
Meriterebbe la vittoria: The Grand Budapest Hotel
Non meritava la candidatura: Maleficent



Makeup and Hairstyling - Miglior Trucco
"Foxcatcher"
"The Grand Budapest Hotel"
"Guardians of the Galaxy"

Vincerà: The Grand Budapest Hotel
Meriterebbe la vittoria: Foxcatcher
Meritava la candidatura: Inherent Vice sulla fiducia



Production Design - Migliore Scenografia
"The Grand Budapest Hotel"
"The Imitation Game"
"Interstellar"
"Into the Woods"
"Mr. Turner"

Vincerà: The Grand Budapest Hotel
Meriterebbe la vittoria: The Grand Budapest Hotel



Sound Editing - Montaggio Sonoro
"American Sniper"
"Birdman"
"The Hobbit: The Battle of the Five Armies"
"Interstellar"
"Unbroken"

Vincerà: American Sniper
Meriterebbe la vittoria: Birdman



Sound Mixing - Miglior Mixaggio Sonoro
"American Sniper"
"Birdman"
"Interstellar"
"Unbroken"
"Whiplash"

Vincerà: American Sniper
Meriterebbe la vittoria: Whiplash



Visual Effects - Effetti Speciali
"Captain America: The Winter Soldier"
"Dawn of the Planet of the Apes"
"Guardians of the Galaxy"
"Interstellar"
"X-Men: Days of Future Past"

Vincerà: Interstellar
Meriterebbe la vittoria: Categoria che mi è piuttosto indifferente ammetto, vada per Interstellar va...



Short Film, Live Action - Miglior Cortometraggio
"Aya"
"Boogaloo and Graham"
"Butter Lamp"
"Parvaneh"
"The Phone Call"

Vincerà:  Non ne ho la più pallida idea
Meriterebbe la vittoria: Boogaloo and Graham, perché mi è simpatico il titolo



Short Film, Animated - Miglior Cortometraggio d'Animazione
"The Bigger Picture"
"The Dam Keeper"
"Feast"
"Me and my Moulton"
"A Single Life"

Vincerà: Non ne ho la più pallida idea
Meriterebbe la vittoria: mela mela blu esci prima tu!



Documentary Short Subject - Miglior Cortometraggio Documentario
"Crisis Hotline"
"Johanna"
"Our Curse"
"The Reaper"
"White Earth"

Vincerà: Non ne ho la minima idea
Meriterebbe la vittoria: ponte ponente ponte pì...


L'appuntamento per incazzarci divertirci è stasera, alle 22:50, su Cielo (canale dipende da come l'avete memorizzato sul vostro digitale terrestre).
 







venerdì 6 febbraio 2015

Still Alice


Scritto e diretto da: Richard Glatzer, Wash Westmoreland
Soggetto:  Omonimo romanzo scritto dalla neuroscienziata Lisa Genova
Cast: Julianne Moore, Kristen Stewart, Kate Bosworth, Alec Baldwin, Hunter Parrish, Shane McRae, Stephen Kunken
Origine: Stati Uniti
Genere: Drammatico
Anno: 2014
Titolo e distribuzione italiana: Still Alice, dal 22 Gennaio.

Trama in breve:
Alice è una affermata professoressa di linguistica, nonché madre di tre splendidi figli e moglie, alla quale viene diagnosticata una forma presenile di Alzheimer che stravolgerà completamente la sua vita.


Deliri Sparsi:
Avevo una paura fottuta di guardare questo film, non è la prima volta che affronto una visione incentrata sulla tematica della malattia, eppure stavolta è come se avessi avuto un blocco. Non sono bastate le recensioni positive lette in giro per la blogsfera, anche se, a dire la verità, alcune non sono state del tutto positive. Dunque mi sono detto: questo è un film che divide, devo assolutamente vederlo. Così ieri sera, dopo aver aggirato l'ostacolo "pericolo depressione post visione", ho avuto il coraggio di premere play.

Il film è interamente incentrato su Alice, il resto del cast brilla di luce riflessa, e la luce emanata dalla protagonista è piuttosto intensa. La vediamo alle prese con una delle malattie più bastarde conosciute, una patologia che ti annulla, elimina tutto ciò che sei, dalla memoria al gusto, passando per la proprietà di linguaggio che man mano si assottiglia fino a diventare pressoché nulla. Lei lotta con tutte le sue forze, appoggiata da una famiglia perfetta, una famiglia che però non può fermare la sua vita per starle dietro, eccetto uno dei componenti che decide di starle accanto anche quanto la situazione si è fatta disperata.
 
La caratteristica più interessante della pellicola è quella di trattare un argomento così spinoso in maniera molto delicata, assistiamo solo alla fase prodromica della malattia e ci viene risparmiato il suo decorso, anche se sul finale intuiamo quanto potrà essere doloroso. 


Cosa rimane di una persona che ha perso quasi completamente le capacità cognitive? 
Rimangono le emozioni, quelle che si possono esprimere non soltanto con le parole ma anche con le espressioni, può bastare anche la lettura di un bel romanzo per riuscire a stanarle.

Se vi aspettate la classica storia strappalacrime o lacrima strappastorie, siete sulla strada sbagliata, l'aver trattato l'argomento in maniera così elegante l'ha reso ai miei occhi quasi curativo, ovviamente le scene forti non mancano ma non sarebbe potuto essere altrimenti.

 













Giudizio: B+  Curativo






 

sabato 31 gennaio 2015

Musica per le mie orecchie: Gennaio 2015

Ammetto che la pigrizia, durante questo mese che volge ormai al termine, ha avuto la meglio. Infatti non mi sono dato da fare, come altre volte, nella ricerca di nuovi gruppi, album e canzoni da ascoltare. 
Da questo siparietto desolante cosa ne sarà venuto fuori? 
Per cominciare un nome tristissimo per questa rubrica, ma di meglio non ho saputo trovare. Viva la fantasia!
Ecco una piccola selezione di quello che, musicalmente, mi è piaciuto in questi primi 31 giorni dell'anno:

Sia - Elastic Heart
Origine: Australia
Genere: Pop
Curiosità sul video: Tutte le insensate critiche che ha ricevuto non riesco a spiegarmele, non ci vedo nessuna tensione sessuale tra i due attori/ballerini, anzi, sembrerebbe la descrizione di un rapporto padre/figlia.




Years & Years - King
Origine: Inghilterra
Genere: Synthpop
Curiosità sul gruppo: Giovanissimi, praticamente sconosciuti al di fuori del Regno Unito, si apprestano a fare il botto fuori dalla loro terra natìa in questo 2015.




Empire Cast - No Apologies
Origine: Stati Uniti
Genere: Hip Hop
Curiosità sulla canzone: È tratta dalla serie Empire, nuovo successo della rete televisiva americana Fox, che racconta le vicende del boss di una potente casa discografica e dei suoi talentuosi figli.




Smashing Pumpkins - Being Beige
Origine: Stati Uniti
Genere: Alternative Rock
Curiosità sul gruppo: Dopo parecchi anni turbolenti e repentini cambi di formazione, sembrano essere tornati sulla retta via. Finalmente.




Verdena - Un Po' Esageri (Il video lo trovate qui)
Origine: Italia
Genere: Rock
Curiosità sul gruppo: Il 2015 segna anche il loro ritorno con un nuovo album, in tutto ciò se questa canzone mi piace non l'ho ancora capito. Posso dire che dopo qualche ascolto va decisamente meglio.



Christina Perri - The Words
Origine: Stati Uniti
Genere: Melenso/Deprimente
Curiosità sull'artista e sul video: Non sono un estimatore accanito di questa cantante, la voglia di lanciarsi dalla finestra sentendo le sue canzoni è piuttosto alta, eppure se siete un filo masochisti potreste apprezzare questo pezzo. Inutile dire che io lo sono. Per chi fosse interessato il protagonista è Capitan Uncino di Once Upon a Time.




Sebastian Sheldon - Bad Decisions
Origine: Stati Uniti
Genere: New Wave
Perché l'ho ascoltato? Grazie al blogger Fabrizio.




James Bay - Hold Back The River
Origine: Inghilterra
Genere: Folk/Pop/Soul
Curiosità sull'artista: Davvero parecchio promettente, a Marzo uscirà il suo primo album e lì vedremo se sapra confermare le ottime impressioni dell'esordio.




Ex Cops - Black Soap
Origine: Stati Uniti
Genere: Healing/Easy Listening/Tropical
Perché l'ho ascoltato: Ennesimo brano bomba estratto dalla colonna sonora di Shameless, serie di cui avevo già esaltato la qualità musicale e non solo ai miei deliranti premi 2014.




Peking Duk feat. Nicole Millar - High
Origine: Australia
Genere: Electro Indie
Curiosità sull'artista: Le nostre radio farebbero bene a guardare anche all'emisfero australe per espandere i propri orizzonti musicali e pescare artisti del genere.




Cruisr - All Over
Origine: Stati Uniti
Genere: Indie Pop
Curiosità sul video: Vi sfido a guardarlo e a non riconoscere alcuni dei vostri film preferiti.




BONUS TRACK: Canzone Nostalgia

Dal lontano 1997, uno dei miei pezzi preferiti di sempre, dal testo ambiguo che si presta a interpretazioni differenti. Un artista ingiustamente dimenticato e sottovalutato.

White Town - Your Woman
Origine: Inghilterra
Genere: Trip Hop/Funk










mercoledì 28 gennaio 2015

Foxcatcher


Regia: Bennett Miller
Sceneggiatura: Dan Futterman, E. Max Frye
Cast: Steve Carell, Channing Tatum, Mark Ruffalo, Vanessa Redgrave
Origine: Stati Uniti
Genere: Biografico
Anno: 2014
Probabile titolo italiano: Foxcatcher - L'amore e l'inganno dello sport
Distribuzione Italiana: Marzo 2015


Trama in breve:
Il campione olimpico Mark Shultz, fratello dell'altrettanto brillante lottatore Dave, viene contattato dal miliardario magnate dell'industria chimica John Du Pont, il quale, spinto da una solida passione per questo sport, vorrebbe che entrambi si allenassero nella sua struttura sportiva chiamata Foxcatcher, situata presso la proprietà appartenente alla sua famiglia.
Il film è tratto da una storia vera.


DELIRI SPARSI:
Se vi dicessi che Channing Tatum è un attore sottovalutato mi credereste? Se già state pensando di chiudere tutto e mandarmi a quel paese aspettate, io probabilmente avrei fatto la stessa cosa se la domanda me l'aveste posta voi, ma in alcuni casi è necessario pazientare. Il ragazzo offre una prova eccellente in questo film, se in Whiplash il protagonista dedicava anima e corpo alla musica, qui ci troviamo al cospetto di un atleta che dedica anima e corpo allo sport e al raggiungimento dell'oro olimpico. Aggiungete che si tratta di un fratello minore, avete idea di cosa significhi? Ecco mi sbilancio, se siete fratelli minori potreste seriamente apprezzare questo film, se anche voi nella vita siete stati messi in ombra da chi vi ha preceduti e avete provato un senso di inferiorità. Se non siete fratelli minori mi auguro che non ci sia comunque alcun problema, il film potrebbe piacervi lo stesso, ecco magari questo aspetto non lo capirete, non perché siete fessi, perché non l'avete provato. E se anche da fratelli maggiori riuscirete ad apprezzare la sfumatura, a voi andranno tutti i miei complimenti. Se siete figli unici invece, ecco se lo siete fatemi sapere che ve ne pare del rapporto descritto nei film, voi che non fate parte di una delle due fazioni.


Per prepararsi alla competizione serve un mentore, un allenatore, qualcuno che ti stimoli per ottenere un risultato, la figura in questione è rappresentata dal controverso John du Pont. Chi è costui? È un miliardario, cocainomane e schizofrenico. Sarà d'aiuto o non sarà d'aiuto alla causa del lottatore olimpico plurimedagliato? Particolarmente affascinante la descrizione del suo rapporto con la madre, oserei dire che l'imprinting di quest'ultima è stato determinante per caratterizzare l'uomo che è diventato.


La forza del film è la minuziosa descrizione psicologica dei personaggi, e la regia di Miller si mette al servizio di questo aspetto. Quali sono le conseguenze? A tratti risulta piuttosto lento, ma non nel senso negativo del termine, in questi casi do un'accezione positiva alla parola, perché in un prodotto che mira a scavare nell'animo dei personaggi per descriverli in maniera così accurata è necessario rallentare il ritmo, fermare l'inquadratura sul loro volto per catturare espressioni di sofferenza, vuoto, delusione e rassegnazione. Se avete visto prodotti televisivi come Rectify, The Fall e a tratti anche The Leftovers, capirete di cosa sto parlando. Se avete visto Capote, il primo lungometraggio del regista, sarete in grado di capirmi ancora meglio.

GIUDIZIO: B+ Glaciale


lunedì 26 gennaio 2015

domenica 25 gennaio 2015

Into The Woods


Regia: Rob Marshall
Sceneggiatura: Questa sarebbe una sceneggiatura? James Lapine
Cast: Emily Blunt, James Corden, Meryl Streep, Anna Kendrick, Chris Pine, Tracey Ullman, Christine Baranski, Johnny Depp
Origine: Stati Uniti
Genere: Musical Fiabesco
Anno: 2014
Probabile Titolo italiano: Nel Bosco dell'Am(m)ore
Distribuzione: Aprile 2015

Trama in breve:
Per spezzare la maledizione che impedisce loro di avere un figlio, un fornaio e sua moglie chiedono aiuto a una potente strega. Per infrangere il sortilegio, che lei stessa ha invocato, i coniugi dovranno trovare, prima che sorga la "rara" luna piena azzurra: un cappotto rosso sangue, dei capelli color grano, una scarpa d'oro e una mucca bianca come il latte. Si tratta chiaramente di oggetti appartenenti ai protagonisti delle famose favole tradizionali.

(Pochi) DELIRI SPARSI:

Il motivo principale che mi ha spinto a vedere questo film è la tanto elogiata performance di Meryl Streep. Senza ombra di dubbio l'attrice è protagonista di una buona prova, risulta una strega perfettamente credibile e se il film offre qualche scossa, nella noia generale, il merito è principalemte il suo.



Il resto del cast è schiavo di una sceneggiatura non particolarmente brillante e dei dialoghi che durante la visione mi hanno portato spesso al facepalm. Il tentativo di descrivere un lato più umano dei personaggi Disney non risulta perfettamente riuscito. A partire da Chris Pine, piuttosto ridicolo nel ruolo del principe canterino e farfallone, e dal lupo cattivo Johnny Depp, impalpabile, che appare giusto il tempo di fare un saluto a Capuccetto Rosso per poi essere giustamente dimenticato, dalla trama e, senza alcun rimorso, anche dallo spettatore.



Decisamente più in parte la sempre brava Anna Kendrick nel ruolo di Cenerentola, aiutata dalle innegabili doti canore e dalla corporatura esile. Inoltre non ho trovato malvagi neanche i due protagonisti James Corden e Emily Blunt, nel ruolo dei coniugi senza prole, a dimostrazione che forse l'unica parte un filo riuscita della pellicola sia proprio quella originale.


A tratti ricorda Once Upon a Time, ma anche la mediocre serie tv della ABC riesce ad essere superiore a questo progetto, e se una serie tv modesta surclassa una produzione cinematografica che l'opera abbia quanche problema è evidente.
Perciò, se non siete amanti dei musical, astenetevi dalla visione, potreste inutilmente annoiarvi e finire per aver maledetto il momento in cui avete deciso di sprecare malamente due ore del vostro tempo.
Di più non posso e non riesco a dire perché il film mi ha lasciato veramente pochissimo, durante la visione non sono morto certo, e già questo potrebbe essere un traguardo, significa che a guardarlo non si rischia la vita,  ma davvero se ve lo siete persi non sentitevi in colpa. Anzi, quando arriverà, in ritardo, nelle nostre sale risparmiate quei 7 euro o quanti sono per una visione più meritevole o per qualsiasi altra cosa sia acquistabile col prezzo del biglietto.

GIUDIZIO: D+ Evitabile

Per esprimere il mio disappunto non inserisco, come di consueto, la colonna sonora, ma allego una canzone tratta dalla serie tv Galavant, parodia delle produzioni disney come questa, e visione decisamente più piacevole.


Il trailer invece, nel caso in cui, e potreste fare bene, non vi fidiate del mio parere, lo inserisco comunque.
Sono un forte sostenitore del concetto che ognuno debba farsi una propria opinione, quindi se avete due ore da buttare a disposizione vi auguro buona visione!



mercoledì 21 gennaio 2015

Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)



Regia: Alejandro González Iñárritu
Sceneggiatura: A. G. Iñárritu, Nicolas Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo.
Cast: Michael Keaton, Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts, Zach Galifianakis, Amy Ryan, Andrea Riseborough.
Origine: Stati Uniti
Genere: Commedia Nera
Anno: 2014
Titolo italiano: Birdman or (Il resto eliminiamolo altrimenti ci confondiamo)
Distribuzione: In sala dal 5 Febbraio

Trama in breve: 
Un attore, famoso per essere stato il protagonista del popolare franchise supereroistico Birdman, è costantemente tormentato dalla voce del suo alter ego cinematografico che rappresenta la sua coscienza.

DELIRI SPARSI:

L'aspettativa che riponevo nei confronti di questo film era piuttosto alta. Il perché è presto detto: 
- Iñárritu è un regista che ha saputo regalarmi una delle mie pellicole predilette: Amores Perros;
- Edward Norton è uno dei miei attori preferiti dai tempi di American History X;
- Emma Stone è un'attrice di talento che morivo dalla voglia di vedere in un film che le rendesse giustizia;
- Naomi Watts è protagonista di un altro dei lungometraggi che più ho amato: Mulholland Drive.

Tra tutte queste certezze si nascondeva un'incognita: Michael Keaton.
Sebbene lo ricordassi nei Batman di Tim Burton, non è mai stato presente in una pellicola che mi avesse davvero colpito in modo particolare. Ammetto che potrebbe tranquillamente essere una mia mancanza, di sicuro avrò perso qualche sua grande interpretazione, ma il risultato è stato comunque quello di avere un pregiudizio nei suoi confronti. Chiedo perdono, non so a chi, ma lo chiedo ugualmente perché un interprete migliore per questo ruolo non lo si poteva trovare. Il personaggio a cui dà vita in Birdman è un attore decaduto che tenta disperatamente di riemergere, ha perso la sua fama dopo un periodo in cui è stato nella grazie del pubblico e tenta disperatamente di rilanciarsi con uno spettacolo teatrale. Ebbene sì,  questo film ha una marcia in più perché infrange la barriera del metacinema. Keaton interpreta sé stesso, un attore che è stato alla ribalta in passato ma al momento non gode di particolare prestigio.

La prima critica che il film affronta è quella nei confronti del pubblico, in quanto chi un tempo ti osannava finisce per dimenticarti, o ancora meglio subentrerà una nuova generazione che non ricorderà più chi diavolo sei. Emblematica in tal senso la scena in cui una donna chiede a Riggan una foto e il figlio le domanda: "E questo chi sarebbe?".

Ma come? Non mi riconosci ragazzino?Sono il famosissimo Riggan Thomson.

La seconda critica ci viene proposta attraverso i bellissimi occhi gli occhi della figlia di Riggan: Sam.
Al padre rimprovera di non essere stato particolarmente presente nella sua vita, di averla scordata e sostituita con la sua carriera. Stavolta l'obbiettivo è l'uomo, egoista, che dimentica le persone che ama per seguire i suoi sogni di gloria. Anche la Stone offre un' interpretazione magistrale, risulta infatti perfettamente credibile nel ruolo della ex tossicodipendente figlia della quasi star. Un personaggio tormentato, osserva la città da una terrazza ed appare costantemente in bilico, tanto dall'avermi fatto temere che prima o poi si sarebbe buttata.
In ogni caso se si è suicidata non ve lo dico perché sarebbe spoiler e sto provando in tutti i modi a scrivere un dannato parere facendo in modo che possa leggerlo anche chi non ha visto il film. Se poi non ci riuscirò metterò il segnale di pericolo all'inizio dei miei deliri, come faccio sempre. Scusate lo sfogo...

Questo ha visto i miei occhi ed è impazzito...

La terza critica arriva attraverso quello che rappresenta la nemesi del protagonista, l'attore di successo, quello che per contattarlo è necessario rivolgersi al suo agente: Mike Shiner. Si rivolge al pubblico in teatro e intima: "Smettetela di guardare il mondo attraverso lo schermo di un cellulare!". Alzi la mano chi non si sente colpito e affondato da questa affermazione. Norton, e non c'erano dubbi su questo, è fenomenale in questo ruolo. Se non fosse stato l'anno di J.K Simmons la statuetta di migliore attore non protagonista sarebbe stata la sua e non è detto che il 22 Febbraio l'Academy non riservi qualche sorpresa.

L'oscar non è già assegnato, siamo intesi? Potrei vincere anche io!

Le frecciate del film alla nostra società non sono finite, vengono presi di mira i social network, in particolare Twitter e anche i film sui supereroi non ne escono indenni. Ce n'è anche per gli spietati critici, teatrali in questo caso, ma credo che il concetto possa estendersi anche a quelli televisivi e cinematografici. Viene sottolineato come non sia possibile per nessuno impedire che le proprie convinzioni possano influenzare una recensione e nel farlo si arriva al limite della presa in giro: "se non sei un'artista diventi un critico".

Un plauso alla regia di Iñárritu, un susseguirsi di virtuosismi e piani sequenza, che avvicina l'opera a un'esperienza teatrale. Il regista messicano e i suoi soci vanno elogiati anche per la brillante sceneggiatura e per i dialoghi, sono infatti certo che alcune delle frasi del film possano diventare celebri e contribuire ad elevarlo allo status di cult. Interessante anche l'idea di scandire tutte le azioni di Riggan col suono di una batteria, strumento che torna alla ribalta su questo blog dopo pochissimo tempo, visto che è stata tra i protagonisti di un'altra pellicola particolarmente apprezzata dal sottoscritto: Whiplash.


GIUDIZIO: A- Da capogiro
( E non è detto che quel "meno", dopo una seconda visione, non possa sparire)










lunedì 19 gennaio 2015

The Imitation Game




Regia: Morten Tyldum
Sceneggiatura: Graham Moore
Cast: Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Charles Dance, Allen Leech, Matthew Beard, Rory Kinnear, Alex Lawther.
Origine: Regno Unito/Stati Uniti
Genere: Biografico
Anno: 2014
Titolo per la distrubizione italiana: The Imitation Game

Trama in breve:
Il matematico inglese Alan Turing, mette il suo genio a servizio dei servizi segreti britannici durante la seconda guerra mondiale, nel tentativo di decriptare il Codice Enigma, utilizzato per le comunicazioni dai tedeschi e dalle altre Potenze Dell'Asse.

TRATTANDOSI DI UN FILM BIOGRAFICO, I MIEI DELIRI POSSONO ESSERE CONSIDERATI SPOILER?

Il mio parere su questo film non può che iniziare con una sviolinata: infatti se in questo momento posso scrivere e formulare la mia umile opinione lo devo anche a uno dei padri dell'informatica, quell'Alan Turing protagonista della vicenda narrata dalla pellicola. Potrei continuare ad annoiarmi e ad annoiarvi parlando di algoritmi, Macchina di Turing, Teoria della Calcolabilità, ma ho deciso di lasciare a voi l'ingrato compito di andare in biblioteca su wikipedia, per fare tutte le ricerche del caso. Del resto lo stesso film non fornisce chissà quali particolari scientifici sulla vicenda, il tutto viene descritto in maniera abbastanza superficiale per dare maggiore spazio a quelle che sono le vicende personali del celebre matematico.

Attraverso una serie di flashback veniamo a conoscenza della sua infanzia solitaria, se non fosse per la presenza dell'amico e "compagno di giochi", insieme si divertono a decifrare enigmi durante l'ora di matematica perché annoiati, Christopher. Seppur breve, la presenza del ragazzo nella vita di Alan si rivela determinante, tanto da spingerlo a dare il suo nome alla macchina di sua invenzione.
In classe non è popolare, è vittima di bullismo come si conviene ad ogni persona dotata di intelligenza spiccata, o forse come gli viene intimato dall'amico: "A loro non piaci perché sei diverso". Con questa frase il ragazzo ha fatto centro, Alan è diverso: è omosessuale, cosa che in quegli anni significava essere perseguibile per legge e condannato alla reclusione o alla castrazione chimica o ancora peggio il doversi sottoporre ad aberranti terapie riparative.

Se gli Inglesi e i Tedeschi combattono la loro guerra, tra messaggi criptati e spie, Turing ne combatte ben due: una al fianco dei britannici e una personale, è infatti costretto a nascondere la sua sessualità.
Durante la messa a punto della macchina che servirà per decifrare il Codice Enigma, conosce Joan Clarke, che dopo attenta selezione, alla quale rischiava di essere estromessa semplicemente perché donna, viene assunta come collaboratrice. E' col rapporto tra i due che la pellicola calca la mano nel descrivere i problemi e l'arretratezza della civiltà inglese del periodo, la donna infatti viene reclamata dai genitori perché venticinquenne e nubile. Pur di non perdere il suo prezioso aiuto il matematico è costretto a sposarla, e il matrimonio combinato in quel momento sembra la soluzione ideale per entrambi.

Lo spiegone finale, un modo di concludere un lungometraggio che non ho mai amato, illustra il destino di Turing e quanto il suo genio sia stato utile per ridurre la durata della guerra. Pensare che una personalità di questa portata sia stata costretta a commettere suicidio perché vittima di omofobia mi rattrista e di certo le scuse della regina Elisabetta non cancellano i crimini commessi in quel periodo, ma, se non altro, possono essere utili a chi è vittima di discriminazione oggi.

Al film si può rimproverare la mancanza di un pizzico di cattiveria, ci sono talmente tante questioni spinose, come appunto il considerare l'omosessualità un reato e lo spiccato sessismo, che avrebbero permesso con qualche scena più dettagliata di farci empatizzare maggiormente con i protagonisti. Apprendiamo dell'arresto di Turing attraverso un foglio di giornale, la sequenza in cui lo vediamo sofferente perché sottopostosi a terapia riparativa è volutamente breve, il "problema di genere" che affligge Joan sembra essere stato aggirato con troppa facilità. E' come se le questioni più scottanti fossero state volutamente edulcorate. Ed io sono sicuro che l'intento finale delle menti che si sono mosse dietro a questo lavoro fosse proprio questo, abbiamo tra le mani il classico prodotto ben confezionato, a tratti parecchio ruffiano, costruito a tavolino per piacere ai votanti dell'Academy. In tal senso, come sappiamo, i risultati sono arrivati e il film si è portato a casa ben 8 nomination. E così quella che sembra una trasposizione cinematografica della serialità inglese, ridicole ricostruzioni dei bombardamenti comprese, riesce nel compitino, ma non credo possa ritenersi una pietra miliare del genere biografico. Perde decisamente il confronto col suo più vicino precursore, "A Beautiful Mind", e risulta un filino meno riuscito anche del rivale "La Teoria Del Tutto", nonostante entrambe le opere si reggano interamente o quasi sulla bravura, innegabile, dei loro protagonisti e un po' meno anche su quella dei comprimari, dalla caratterizzazione volutamente superficiale per lasciare spazio a chi deve primeggiare e far sua la nomination di miglior attore protagonista.

Angolo Curiosità:
Le famiglie di Cumberbatch e Turing sono realmente imparentate, i due sarebbero infatti cugini di 17° grado, come da lui stesso dichiarato in un' intervista per la rete televisiva ABC.
Non ve ne frega niente? Pazienza, mi andava di dirlo comunque.


GIUDIZIO: B- Si può dare di più